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Sperimentazione Italia, tecnologia senza burocrazia

Col Decreto Semplificazioni stop alle norme che ostacolano l’innovazione tecnologica
Un bambino con un colapasta in testa e una lampadina accesa alza i pollici perché riesce a realizzare il suo progetto senza burocrazia grazie a sperimentazione Italia
Tempo di lettura: 4 minuti

Indice dei contenuti

Sperimentazione Italia è un’iniziativa che semplifica le procedure per sperimentare l’innovazione tecnologica nel nostro paese. Tale iniziativa consente a imprese, università, enti di ricerca, start up e spin off universitari di sperimentare un progetto innovativo per un periodo limitato di tempo, ottenendo una deroga temporanea alle norme vigenti.

Prima ancora di entrare nel dettaglio del suo funzionamento, per capire l’utilità di Sperimentazione Italia basta fare una cosa semplice: andare da una persona qualsiasi che abbia avuto un’idea innovativa e farsi raccontare cosa ha dovuto fare e quanti ostacoli burocratici ha dovuto superare per riuscire anche solo ad avviare il suo progetto.

 

Contro la burocrazia, una legge per non applicare la legge

Consapevole che in Italia la sperimentazione viene rallentata o impedita da regole complesse o divieti e procedimenti anacronistici, nel 2020 il Governo è intervenuto. E per liberare la ricerca e la sperimentazione dai mille lacci e lacciuoli della legge si è servito di un’altra legge.

Questa legge è il Decreto Semplificazioni (Decreto Legge 76 del 16 luglio 2020), che ha introdotto misure per la semplificazione e l’innovazione digitale. L’articolo 36 del Decreto Semplificazioni contiene misure di semplificazione amministrativa per l’innovazione, che hanno reso possibile l’avvio di Sperimentazione Italia.

 

Sperimentazione Italia: liberare creatività e innovazione per competere in Ue

La novità introdotta da Sperimentazione Italia nasce anche dalla consapevolezza che il nostro Paese investe in innovazione meno degli altri stati Ue, così come riportato da un rapporto che la Commissione Europea ha dedicato all’Italia nel 2020. Un altro dato è l’indice 2019 della Banca Mondiale. Questo colloca l’Italia solo al 51° posto tra i Paesi mondiali dove è più facile fare impresa.

Tuttavia, il nostro Paese ha alte potenzialità di sviluppo della creatività e dell’innovazione. Sperimentazione Italia, quindi, crea le condizioni per sviluppare le potenzialità, dando all’Italia anche un ruolo di laboratorio internazionale per le nuove tecnologie.

Sperimentazione Italia come parte della Strategia Italia 2025

Sperimentazione Italia è una delle 20 azioni di Strategia Italia 2025, la strategia per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione del Paese. Di Strategia Italia 2025 abbiamo già parlato in due nostri precedenti articoli, un articolo in cui spieghiamo cos’è Strategia Italia 2025 e un articolo in cui elenchiamo quali sono le 20 azioni previste dalla strategia.

 

Qual è l’obiettivo di Sperimentazione Italia

Sperimentazione Italia nasce per garantire un iter più semplice e veloce per verificare progetti tecnologici innovativi con pochi o nessun precedente. I progetti devono favorire la trasformazione digitale della PA e lo sviluppo, la diffusione di tecnologie emergenti e iniziative ad alto valore tecnologico.

Sperimentazione Italia, a quali soggetti si rivolge

Sperimentazione Italia si rivolge a imprese, università, enti di ricerca, spin off e start up universitarie che sperimentano iniziative di innovazione tecnologica e digitalizzazione. Per spin off universitario si intende una società costituita per utilizzare economicamente i risultati della ricerca universitaria, a favore della quale l’università autorizzi la partecipazione del proprio personale e renda disponibili alcuni servizi per facilitarne l’avvio e il primo sviluppo.

Quali semplificazioni introduce Sperimentazione Italia

Chi intende realizzare innovazione tecnologica e digitale può presentare il progetto direttamente al Dipartimento per la Trasformazione Digitale. Insieme al progetto, bisogna presentare anche la richiesta di poter derogare temporaneamente alle norme che impediscono la sperimentazione.

Nella domanda bisogna indicare il titolare della richiesta e il responsabile della sperimentazione, finalità, durata e caratteristiche innovative del progetto. Vanno indicati, inoltre, risultati e benefici attesi, come saranno monitorate le attività e valutati gli impatti, gli eventuali rischi e le proposte per mitigarli.

Le domande vanno inviate anche al MISE, che le esamina e invia al DTD una proposta di autorizzazione o un preavviso di bocciatura del progetto.

La novità dirompente è che l’autorizzazione del ministero sostituisce tutti gli assensi, permessi, autorizzazioni, nulla osta o atti simili di altre amministrazioni statali. E se anche l’attività è soggetta ad autorizzazione, Sperimentazione Italia prevede il dimezzamento dei termini previsti.

La sperimentazione può anche cambiare le leggi

Tra le innovazioni di Sperimentazione Italia c’è anche, al termine della sperimentazione, la possibilità di modificare definitivamente le norme derogate perché di ostacolo all’attività sperimentata.

Valutati i risultati raggiunti, infatti, il DTD può segnalare al Presidente del Consiglio e al Ministro competente l’opportunità di modificare una o più norme che regolano l’attività oggetto di sperimentazione. Entro 90 giorni dalla valutazione positiva della sperimentazione, Presidente e Ministro promuovono le modifiche normative necessarie per far continuare l’attività sperimentata.

Quali progetti vengono autorizzati e quanto dura la sperimentazione

I progetti autorizzati sono quelli con un effettivo tasso di innovazione tecnologica, che producono effetti positivi sulla qualità dell’ambiente o della vita e che hanno concrete probabilità di successo.

Quando autorizza la sperimentazione, il ministero ne stabilisce anche la durata, che non può superare un anno e può essere prorogata una sola volta. Inoltre, il ministero stabilisce come deve essere svolta la sperimentazione ed eventualmente impone provvedimenti per ridurre i rischi connessi.

Quali norme non si possono derogare con Sperimentazione Italia

Anche se la norma punta a semplificare al massimo la sperimentazione, è chiaro che non tutte le norme  si possono derogare. Sono le norme che riguardano salute, ambiente, beni culturali e paesaggistici; disposizioni penali o del Codice Antimafia; vincoli inderogabili Ue o internazionali.

Inoltre, non è possibile sperimentare nelle attività in materia di: sicurezza nazionale, fintech (raccolta del risparmio, credito, finanza, moneta, moneta elettronica, sistema dei pagamenti, assicurazioni e ogni altro servizio finanziario oggetto di autorizzazione ai sensi di disposizioni Ue); anagrafica di stato civile e CIE; elezioni e referendum; pubblica sicurezza.

Quali sono i vantaggi di Sperimentazione Italia

Come abbiamo già visto, la semplificazione introdotta da Sperimentazione Italia riduce il gap in innovazione che l’Italia ha rispetto al resto d’Europa. Inoltre, promuove l’applicazione di tecnologie emergenti.

Inoltre, tra gli altri obiettivi che la norma si pone ci sono:

› impatto positivo sulla qualità dell’ambiente, della vita e del tessuto economico-sociale del Paese;

› riduzione dei costi della PA (grazie alla digitalizzazione);

› maggiore competitività del Paese grazie alla sperimentazione di nuove tecnologie;

› aggiornamento delle norme vigenti, ogni volta che una sperimentazione risulta positiva.

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