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Sharenting, cos’è e quali regole seguire

Quali accorgimenti adottare nel condividere online foto e video dei nostri figli
Sharenting di una mamma che fa un selfie con figlia e nonna.
Tempo di lettura: 2 minuti

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Sharenting. Chi ha un figlio è molto probabile che almeno una volta abbia compiuto questa azione. Anche senza conoscerne il significato. Vediamo cosa si intende col termine sharenting e quali rischi si corrono nel mettere in pratica questa azione. Vediamo, infine, quali accorgimenti adottare per ridurre tali rischi.

Cos’è lo sharenting

Il termine “sharenting” è un neologismo che arriva dagli Stati Uniti. Il termine nasce dall’unione delle parole inglesi “share” (condividere) e “parenting” (genitorialità).

Lo sharenting, quindi, è la condivisione online da parte dei genitori di contenuti – foto e video, ma anche ecografie – che riguardano i propri figli.

Quali rischi ci sono nel condividere foto e video di bambini

Quando arriva un bambino, è del tutto naturale da parte dei genitori voler condividere con gli altri foto o video che lo riguardano. Una condivisione fatta per segnare i momenti della crescita del bambino o situazioni buffe o particolarmente tenere che si vengono a creare.

La voglia di condividere spesso inizia prima ancora della nascita, condividendo la prima ecografia, per annunciare al mondo l’attesa della nostra principessa o del nostro piccolo eroe.

Tutto comprensibile, tuttavia condividere foto e video di minori nasconde dei rischi privacy, legati alla sovraesposizione che diamo ai nostri bambini sui social network.

Tali rischi sono legati a:

  • creazione dell’identità digitale del minore e corretta formazione della sua personalità: postare foto e video della vita dei minori, magari accompagnati da informazioni come l’indicazione del nome, l’età o il luogo in cui è stato ripreso, contribuisce a definire la sua immagine e la sua reputazione online;
  • esposizione dei minori a pregiudizi legati al materiale condiviso, che tendenzialmente resterà online per sempre: i nostri figli in futuro potrebbero non essere contenti di ritrovare loro immagini a disposizione di tutti o non essere d’accordo con l’immagine che gli stiamo costruendo. Fornire dettagli sulla loro vita attraverso la condivisione di foto e video potrebbe anche influenzare la loro personalità e la loro dimensione relazionale in futuro;
  • perdita del controllo sul materiale condiviso e rischio di un loro uso illecito o improprio da parte di terzi: il materiale pubblicato online può essere catturato e riutilizzato a nostra insaputa da chiunque per scopi impropri o per attività illecite (pedopornografia o ritorsioni). Inoltre, tale materiale contiene più informazioni di quanto pensiamo, come ad esempio i dati di geolocalizzazione.

Sharenting, i suggerimenti del Garante privacy

Sullo sharenting arrivano i suggerimenti del Garante Privacy, che ha pubblicato una guida con delle indicazioni utili a rendere i “grandi” consapevoli dei rischi che si celano dietro la condivisione online del materiale inerente i propri figli minori.

L’Autorità ha proposto di estendere allo sharenting la particolare tutela assicurata dal Garante sul terreno del cyberbullismo.

Il Garante ha poi fornito alcuni semplici suggerimenti, da adottare per poter condividere foto e video riducendo i rischi per i nostri figli:

  • rendere irriconoscibile il volto del minore, pixellandolo o coprendolo con una emoticon;
  • limitare le impostazioni di visibilità delle immagini sui social network solo alle persone che conosciamo o di cui possiamo fidarci che non condividano senza chiederci prima il consenso;
  • evitare la creazione di un account social dedicato al minore;
  • leggere e comprendere le informative sulla privacy dei social network su cui carichiamo foto e video.
Mamma fa sharenting scattando un selfie con la figlia, ma copre il volto con un emoticon.

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