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PDND: cos’è la Piattaforma Digitale Nazionale Dati

Seguendo il principio “once only”, lo scambio di dati tra PA è più facile. Primo bando PNRR per i Comuni, oggi il webinar ANCI
Una data room per contiene i database degli enti messi in contatto dalla PDND Piattaforma Digitale Nazionale Dati
Tempo di lettura: 6 minuti

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Si chiama PDND Piattaforma Digitale Nazionale Dati la novità che promette di semplificare la vita di noi cittadini nel rapporto con la Pubblica Amministrazione.

Per capire di cosa si tratta, prima ancora di spiegare il suo funzionamento conviene ricordare cosa ci succede quando ci presentiamo a uno sportello pubblico per chiedere un qualsiasi servizio.

Tra le prime cose che ci viene chiesta c’è quasi sempre un certificato. O quantomeno, se siamo fortunati ce la caviamo con un’autocertificazione. In entrambi i casi ci viene chiesto di dimostrare chi siamo, quando siamo nati, dove viviamo e altre informazioni simili, diverse in base al tipo di servizio chiesto. In poche parole: i nostri dati.

Se pensiamo a quanti sono i servizi che mediamente chiediamo alla PA, ci rendiamo conto di quali siano i danni prodotti in particolare da questo tipo di burocrazia. E soprattutto di quanto essa sia inutile, visto che quasi sempre la PA ci chiede dati e informazioni che già possiede perché glieli abbiamo già dati in precedenza.

PDND Piattaforma Digitale Nazionale Dati: una sola volta è sufficiente

Situazioni come quella descritta saranno solo un ricordo lontano grazie alla PDND. La piattaforma ha infatti l’obiettivo di favorire lo scambio di informazioni tra gli uffici pubblici, evitando in questo modo di chiedere quelle stesse informazioni ai cittadini. Per raggiungere questo obiettivo, la PDND metterà in comunicazione i singoli enti, consentendo l’interoperabilità dei sistemi operativi e soprattutto delle banche dati pubbliche.

Grazie alla PDND, ad esempio, l’ufficio della Regione che assegna il bonus per il nido oppure quello dell’Asl che assegna un contributo assistenziale non potranno più chiederci dati ottenibili rivolgendosi direttamente all’ente che quei dati già li ha, come il nostro Comune.

In questo modo, quindi, ci basterà fornire i nostri dati una sola volta e non saremo più obbligati a fornirli a ogni richiesta di servizio. Questo modo in cui la PA si relaziona con noi cittadini è stato sintetizzato dall’Unione Europea con il principio once-only, introdotto nell’ambito del mercato unico digitale. Questo principio punta quindi ad assicurare che cittadini, istituzioni e aziende debbano fornire i propri dati standard alle autorità e alle pubbliche amministrazioni una sola volta.

A cosa serve la PDND Piattaforma Digitale Nazionale Dati

La PDND è prevista dal CAD Codice dell’Amministrazione Digitale. Il suo obiettivo, in particolare, è favorire la conoscenza e l’utilizzo dei dati e delle informazioni che le varie PA posseggono per le loro finalità istituzionali. Tra gli obiettivi ci sono anche quello di favorire la condivisione di questi dati tra i soggetti pubblici che ne hanno il diritto e, di conseguenza, semplificare gli adempimenti richiesti a cittadini e imprese. Di conseguenza, la PDND produrrà anche l’effetto di velocizzare e rendere più efficiente l’attività della PA.

Come funziona la PDND Piattaforma Digitale Nazionale Dati

La piattaforma si basa in particolare sul concetto di interoperabilità dei sistemi operativi e delle banche dati delle singole amministrazioni pubbliche.

Prima di vedere nello specifico come verrà utilizzata la piattaforma da ogni singola amministrazione pubblica, è importante chiarire che la PDND non fungerà da proxy tra i due enti che devono comunicare, cioè non farà da intermediario. La piattaforma si comporterà, invece, da garante tra i due enti, autenticandoli e autorizzandoli in base alle dichiarazioni che esse stesse forniranno. Lo scambio di dati e informazioni tra i due enti avverrà totalmente al di fuori della piattaforma.

Per partecipare alla piattaforma ogni ente deve registrarsi sulla piattaforma di PagoPA, il soggetto che ha sviluppato il progetto insieme al Dipartimento per la Trasformazione Digitale, accedendo con SPID. Dopo aver inserito i dati dell’ente, bisogna firmare digitalmente l’accordo di adesione alla piattaforma.

Acquisita la qualifica di soggetto aderente, ogni ente potrà partecipare alla PDND come erogatore o come fruitore di servizi online (e-service).

PDND Piattaforma Digitale Nazionale Dati – Ente EROGATORE

Ogni ente può aggiungere i propri servizi alla PDND, rendendoli fruibili in particolare attraverso una API. Nel creare il servizio, l’ente erogatore stabilisce anche gli attributi che un ente fruitore deve avere per poter accedere al servizio. Se, ad esempio, si crea un e-service relativo alla concessione di rimborsi per interventi di ricostruzione post sismica, dedicati ai Comuni colpiti da terremoto e inclusi in una specifica ordinanza regionale, gli attributi che l’ente fruitore deve possedere per accedere al servizio sono: essere un Comune ed essere nella lista dei Comuni elencata nell’ordinanza che ha stabilito i rimborsi.

Gli attributi possono essere di tre tipi: certificati, dichiarati e verificati.

Gli attributi certificati sono assegnati automaticamente all’ente in base alle informazioni contenute in specifici data base a disposizione della piattaforma. Per adesso l’unico database del genere è il catalogo IPA, cioè l’indice dei domicili digitale della pubblica amministrazione e dei gestori di pubblici servizi. Ad esempio, dal catalogo IPA che contiene l’elenco di tutte le pubbliche amministrazioni italiane, si verifica in maniera automatica la natura dell’ente fruitore, certificando che si tratti di un Comune, una Regione, una Asl e così via.

Gli attributi dichiarati sono forniti dall’ente fruitore con una dichiarazione all’atto della richiesta di fruizione del servizio. La veridicità di questi attributi è a carico del fruitore e non richiede quindi nessuna verifica da parte dell’erogatore. Tornando in particolare all’esempio dei rimborsi per il terremoto, il Comune che vuole fruire del servizio dichiarerà di far parte dei Comuni aventi diritto. Questo può bastare all’ente erogatore, che quindi non è tenuto a compiere verifiche. Se, tuttavia, l’ente erogatore intende verificare l’attributo, quest’ultimo diventa un attributo verificato.

Gli attributi verificati sono quelli che l’ente erogatore dovrà verificare dopo aver ricevuto dall’ente fruitore la richiesta di fruizione del servizio. In questo caso l’erogatore può anche decidere di avvalersi della verifica già effettuata da un altro ente erogatore. Ritornando all’esempio, immaginiamo che i Comuni inclusi nell’ordinanza sui rimborsi post-sismici siano destinatari anche di un secondo intervento compiuto dall’Agenzia delle Entrate. In questo caso, se l’appartenenza all’elenco dei Comuni dell’ordinanza è stata già verificata dall’Agenzia delle Entrate, la Regione potrà evitare di fare una sua verifica, avvalendosi della verifica compiuta dall’agenzia.

Quando un nuovo e-service viene creato, questo viene aggiunto al catalogo della piattaforma, così da poter essere poi cercato e fruito dagli altri enti.

PDND Piattaforma Digitale Nazionale Dati – Ente FRUITORE

Quando agisce in veste di fruitore, un ente cerca sulla PDND i servizi presenti nel catalogo. Se possiede i requisiti per fruirne, l’ente fruitore può quindi effettuare l’iscrizione al servizio inviando una richiesta all’ente erogatore. Se l’erogatore approva la richiesta, in questo caso l’ente fruitore indica le finalità di utilizzo del servizio e la stima di carico per i sistemi dell’ente erogatore. La stima di carico è necessaria perché per l’utilizzo del servizio l’ente fruitore dovrà impegnare i sistemi informatici dell’ente erogatore. Si dovrà quindi indicare il numero giornaliero di chiamate API previste. Se la stima di carico eccede la capacità dei sistemi informatici dell’erogatore, in questo caso servirà una sua autorizzazione per consentire al fruitore di accedere al servizio.

PDND, al via il primo bando PNRR per i Comuni

Il progetto della Piattaforma Digitale Nazionale Dati rientra tra le iniziative del PNRR dedicate a digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA, che per la sua realizzazione stanzia in totale 556 milioni.

La fase operativa della piattaforma è partita ufficialmente lo scorso 20 ottobre, quando sul sito PA digitale 2026 è stato pubblicato il primo avviso rivolto esclusivamente ai Comuni. Questo avviso mette a disposizione degli enti comunali 110 milioni per integrare le loro API nel catalogo della piattaforma

I Comuni possono aggiungere al catalogo soltanto API legate ad attività avviate a decorrere dalla pubblicazione dell’avviso. Inoltre, l’attività non deve aver ricevuto altri finanziamenti pubblici.

L’avviso sarà aperto fino a esaurimento dei fondi disponibili e comunque non oltre il 17 febbraio 2023.

I Comuni possono presentare la domanda di finanziamento solo tramite il sito PA digitale 2026, accedendovi con SPID.

Per ottenere le risorse non bisogna presentare alcun progetto, ma basta solo candidarsi a ottenere il finanziamento, che sarà assegnato sotto forma di voucher economico predefinito, in base al numero di abitanti del Comune. A ogni fascia, inoltre, corrisponde un numero predefinito di API da erogare.

Questa è la tabella con le fasce dei Comuni, le Api da integrare e le risorse ottenibili.

FASCIA

N° abitanti N° API da integrare

Contributo in €

1

fino a 2.500 1 10.171,75

2

2.500 – 5.000 1

10.171,75

3

5.001 – 20.000 2

20.343,50

4

20.001 – 50.000 3

30.515,25

5

50.001 – 100.000 4

162.748,00

6

100.001 – 250.000 5

203.435,00

7 oltre 250.000 6

474.775,20

I fondi saranno assegnati in base all’ordine cronologico di presentazione delle domande. Sono previste inoltre due finestre temporali in cui si valuteranno le domande pervenute. La prima finestra riguarderà le domande presentate dal 20 ottobre al 14 dicembre 2022. La seconda finestra, invece, riguarda le domande presentate dal 15 dicembre 2022 al 17 febbraio 2023.

PDND e bando PNRR, un webinar dell’Anci spiega ai Comuni come funziona

Per raccontare tutti i dettagli dell’avviso e il funzionamento della PDND, l’ANCI e il Dipartimento per la trasformazione digitale hanno organizzato un webinar che si terrà oggi dalle 14.30 alle 15.30. All’evento parteciperanno gli esperti di dati e interoperabilità del Dipartimento.

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