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Firmare i referendum online con SPID

Cosa serve per poter sottoscrivere i quesiti referendari con l'identità digitale
Uomo con smartphone firma i referendum online con Spid.
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Con SPID si può firmare online un referendum

Tra le varie azioni che si possono compiere usando SPID c’è anche la sottoscrizione online di un referendum, come ad esempio quelli lanciati dalla CGIL con la campagna “Per il LAVORO ci metto la firma”.

In Italia la possibilità di firmare i referendum con SPID è stata introdotta soltanto negli ultimi anni, grazie a un intervento legislativo che ha portato i vantaggi della tecnologia digitale in uno dei principali ambiti di svolgimento della vita democratica di un Paese. E che in poco tempo ha letteralmente rivoluzionato il tradizionale modo in cui per decenni i comitati referendari hanno dovuto organizzare e gestire la raccolta delle firme e il loro deposito in Cassazione.

Per i referendum la raccolta di firme con SPID non elimina, ma si aggiunge alla tradizionale raccolta cartacea, che continua a essere valida. Tuttavia, il canale digitale velocizza e semplifica di molto tutte le procedure, sia per i comitati promotori che per i singoli cittadini, che possono scegliere di firmare semplicemente usando il proprio dispositivo e la propria identità digitale, senza doversi spostare per mettersi alla ricerca del tradizionale banchetto in piazza.

Inoltre, va tenuto sempre presente che la raccolta delle firme è una cosa diversa dal voto per il referendum, e che SPID e le altre identità digitali possono essere usate soltanto per raccogliere le 500mila firma minime che servono per poter indire un referendum. Il voto vero e proprio, invece, non si può ancora esprimere online, ma si svolge sempre nella classica modalità fisica, che prevede di recarsi al seggio elettorale e di apporre con una matita la propria scelta sulla scheda elettorale cartacea.

Firma referendum, dai banchetti a SPID

Se oggi è possibile firmare i referendum online con SPID è grazie anche alla spinta con cui l’Unione Europea ha esortato i Paesi Membri a digitalizzare i processi elettorali e sperimentare il voto elettronico. Tra gli obiettivi fissati entro il 2030 dal cosiddetto Digital Compass Europeo c’è quello di rendere la vita democratica accessibile a tutti, comprese le persone con disabilità, anche attraverso il voto elettronico, così da avere una maggiore partecipazione dei cittadini alla vita democratica.

Inoltre, una pietra miliare è rappresentata dalla storica decisione con cui nel 2019 il Comitato diritti umani dell’Onu (nel caso Staderini-De Lucia vs Italy) aveva rilevato delle irragionevoli restrizioni nella raccolta firme cartacea prevista dalla legge italiana sui referendum.

Il richiamo del Comitato Onu ha quindi spinto l’Italia a introdurre la possibilità di raccogliere online le firme per i referendum con la Legge di Bilancio 2021. La legge ha istituito un fondo di 100mila euro annui a partire dal 2021, destinato alla realizzazione di una piattaforma digitale pubblica per la raccolta delle firme online. Inizialmente la piattaforma era stata pensata solo per la raccolta di firme online da parte dei diversamente abili, in un’ottica di inclusione sociale. Poi, un emendamento approvato alla Camera ha esteso a tutte le cittadine e i cittadini italiani la possibilità di firmare tramite SPID, CIE o CNS per i referendum abrogativi, costituzionali e relativi a modifiche nell’assetto di Regioni, Province e Comuni. Inoltre, la raccolta firme online vale anche per i progetti di legge di iniziativa popolare per cui la Costituzione prevede la firma di almeno 50mila elettori.

Piattaforma pubblica al palo, ci si affida alle private

Nonostante i cospicui stanziamenti annuali previsti sin dal 2021, purtroppo resta ancora ferma al palo la piattaforma pubblica per la raccolta online delle firme per i referendum. Prevista inizialmente entro il 31 dicembre 2021, di essa si sono perse le tracce e, al momento in cui scriviamo, il sito dedicato firmereferendum.gov.it risulta inaccessibile.

A sopperire ai ritardi del pubblico ci hanno pensato i privati. Sono diverse, infatti, le piattaforme per la raccolta delle firme referendarie realizzate da aziende informatiche e già impiegate in diverse campagne referendarie.

Quali sono le raccolte firme online passate

La prima volta in cui in Italia è stato possibile firmare online per i referendum usando SPID (o anche la CIE e la CNS) è stato con la raccolta firme del 2021 relativa a 8 referendum su giustizia, eutanasia e cannabis, promossi da una serie di associazioni e partiti. Il successo fu tale che i comitati promotori dei diversi referendum raggiunsero la fatidica soglia delle 500mila firme per ogni singolo referendum in pochi giorni e principalmente grazie proprio alle firme raccolte online. Il referendum sulla cannabis, ad esempio, superò le 500mila firme in soli 7 giorni, raccogliendone ben 100mila nelle prime 24 ore. Delle 612.632 firme finali raccolte, solo 5.753 erano cartacee, mentre ben 606.879 erano state raccolte online.

Un altro caso si è avuto con la raccolta firme online nel 2023 per 14 referendum su cannabis, immigrazione, politica, maternità surrogata, decreto rave, case di piacere e trasporto privato NCC. Anche in quel caso il Comitato referendario 2024 (composto da comuni cittadini) lanciò i referendum avvalendosi di una piattaforma digitale messa a disposizione da un soggetto privato.

Qual è la raccolta firme online attiva nel 2024

Attualmente è attiva in Italia una raccolta firme per 4 referendum sul lavoro promossi dalla CGIL. La raccolta è partita lo scorso 25 aprile. È possibile firmare online i referendum con SPID (o con CIE) accedendo alla pagina https://www.cgil.it/referendum e seguendo le istruzioni riportate.

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