Close
Cerca

Direttiva Case Green: cosa prevede e chi dovrà ristrutturare

La Direttiva Case Green mira a ridurre le emissioni dei nuovi edifici e a rendere più efficiente il patrimonio esistente per raggiungere l'obiettivo di neutralità climatica dell'UE entro il 2050.
Direttiva Case Green: cosa prevede e chi dovrà ristrutturare
Tempo di lettura: 4 minuti

Indice dei contenuti

Che cos’è la Direttiva europea Case Green?

Dopo mesi di discussioni, la Commissione ITRE (Industrie, Recherche, Energie -Industria, Ricerca ed Energia) del Parlamento europeo lo scorso 15 gennaio ha votato e approvato il testo finale della Direttiva EPBD (Energy Performance of Building Directive), cosiddetta Direttiva Case Green.

I parlamentari europei hanno così dato il via libera alla direttiva europea che mira a ridurre le emissioni di gas a effetto serra e il consumo di energia nel settore edilizio della UE entro il 2030 e a renderlo climaticamente neutro entro il 2050.

La Direttiva Case Green segna un nuovo orizzonte nella legislazione europea ed è stata concepita con l’obiettivo di rendere l’industria edile più sostenibile ed efficiente dal punto di vista energetico. Gli edifici sparsi sul territorio europeo, infatti, sono responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni dirette e indirette di gas a effetto serra legate all’energia. 

Queste percentuali possono essere ridotte attraverso una serie di misure e interventi che dovranno essere implementati in tutta Europa, al fine di contrastare il cambiamento climatico e contribuire alla transizione verso un futuro più sostenibile e a basse emissioni.

Il settore edilizio è considerato un ambito chiave nel raggiungimento degli obiettivi energetici e climatici dell’UE e sostenerne la trasformazione è una priorità che coinvolge tutti gli Stati membri.

Per avere un’idea più chiare di quale sia lo stato attuale, è sufficiente sapere che l’85% degli edifici dell’UE è stato costruito prima del 2000 e tra questi il 75% ha una scarsa prestazione energetica. Intervenire sull’efficienza energetica degli edifici è quindi fondamentale per risparmiare energia e raggiungere un parco edifici a zero emissioni e completamente decarbonizzato entro il 2050.

Per garantire che il parco edifici rispetti gli standard dell’UE nell’ambito del Green Deal europeo, la direttiva mira a una riduzione delle emissioni di almeno il 60% nel settore edilizio entro il 2030 e al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050.

Oltre a ciò, cambieranno anche gli Attestati di Prestazione Energetica (APE) -documento che sostituisce l’ACE (Attestato di Certificazione Energetica)- che si baseranno su un modello dell’UE con criteri comuni al fine di creare le condizioni per un ambiente stabile per le decisioni di investimento e consentire ai consumatori e alle imprese di fare scelte più informate per risparmiare energia e denaro.

Quali sono le principali novità previste dalla Direttiva Case Green?

La Direttiva Case Green introduce una serie di misure volte a rendere gli edifici più efficienti dal punto di vista energetico e sostenibili sotto il profilo ambientale. Ogni Stato membro dell’UE è chiamato a impegnarsi nel ridurre l’impatto ambientale dei propri edifici e a implementare misure per migliorare la loro efficienza energetica.

Tra le principali novità introdotte dalla direttiva, troviamo:

  • Ogni Stato membro adotterà una propria traiettoria nazionale per ridurre il consumo medio di energia primaria degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035, consentendo una flessibilità sufficiente per tenere conto delle circostanze nazionali. Gli Stati membri sono liberi di scegliere quali edifici prendere in considerazione e quali misure adottare;
  • Le misure nazionali dovranno garantire che almeno il 55% della riduzione del consumo medio di energia primaria sia ottenuto attraverso la ristrutturazione degli edifici con le peggiori prestazioni;
  • Per quanto riguarda il patrimonio edilizio non residenziale, le norme prevedono un miglioramento graduale attraverso standard minimi di prestazione energetica. Ciò comporterà la ristrutturazione del 16% degli edifici con le peggiori prestazioni entro il 2030 e del 26% degli edifici con le peggiori prestazioni entro il 2033;
  • Gli Stati membri avranno la possibilità di esentare da questi obblighi alcune categorie di edifici residenziali e non residenziali, tra cui gli edifici storici o le case vacanza;
  • I certificati di prestazione energetica (EPC) migliorati si baseranno su un modello comune dell’UE per informare meglio i cittadini e facilitare le decisioni di finanziamento in tutta l’UE;
  • Per combattere la povertà energetica e ridurre le bollette energetiche, le misure di finanziamento volte a incentivare e sostenere le ristrutturazioni dovranno essere disponibili anche per i cittadini in condizioni più vulnerabili;
  • Gli Stati membri dovranno inoltre garantire la presenza di garanzie per le fasce di popolazione più deboli per contribuire ad affrontare il rischio di sfratto causato da aumenti sproporzionati dell’affitto in seguito a una ristrutturazione.

Sostenibilità ambientale e ristrutturazioni: cosa dovranno fare gli Stati membri?

La Direttiva Case Green contiene misure volte a migliorare sia la pianificazione strategica delle ristrutturazioni che gli strumenti per garantirne la realizzazione.

In base alle disposizioni concordate, gli Stati membri dovranno:

  • Stabilire piani nazionali di ristrutturazione degli edifici per definire la strategia nazionale di decarbonizzazione del patrimonio edilizio e le modalità per affrontare i rimanenti ostacoli, come il finanziamento, la formazione e l’attrazione di lavoratori più qualificati;
  • Istituire programmi nazionali di passaporto per le ristrutturazioni edilizie per guidare i proprietari di edifici nelle loro ristrutturazioni graduali verso edifici a emissioni zero;
  • Istituire sportelli unici per i proprietari di case, le PMI e tutti gli attori della catena del valore della ristrutturazione, per ricevere supporto e orientamento dedicati e indipendenti;
  • Eliminare gradualmente le caldaie alimentate da combustibili fossili. I sussidi per l’installazione di caldaie autonome alimentate da combustibili fossili non saranno più consentiti a partire dal 1° gennaio 2025.

La direttiva introduce una chiara base giuridica che consente agli Stati membri di stabilire requisiti per i generatori di calore in base alle emissioni di gas serra, al tipo di combustibile utilizzato o alla quota minima di energia rinnovabile utilizzata per il riscaldamento.

Gli Stati membri dovranno inoltre definire misure specifiche per l’eliminazione graduale dei combustibili fossili nel settore del riscaldamento e del raffreddamento, con l’obiettivo di eliminare completamente le caldaie alimentate da combustibili fossili entro il 2040.

La direttiva mira anche a promuovere l’adozione della mobilità sostenibile grazie alle disposizioni sul precablaggio, sui punti di ricarica per i veicoli elettrici e sui parcheggi per le biciclette.

Il precablaggio diventerà quindi la norma per gli edifici nuovi e ristrutturati, facilitando così l’accesso alle infrastrutture di ricarica. Inoltre, saranno rafforzati i requisiti sul numero di punti di ricarica negli edifici residenziali e non residenziali. Agli Stati membri è affidato il compito di eliminare gli ostacoli all’installazione dei punti di ricarica, al fine di garantire che il right to plug (“diritto alla spina”) diventi una realtà.

In generale, i punti di ricarica dovranno consentire la ricarica intelligente e, dove possibile, la ricarica bidirezionale. Infine, le disposizioni previste dalla direttiva garantiranno la disponibilità di parcheggi sufficienti per le biciclette, comprese quelle da carico.

Case green 2030: zero emissioni per i nuovi edifici

La direttiva europea renderà gli edifici a emissioni zero lo standard per le nuove costruzioni.

I nuovi edifici residenziali e non residenziali, infatti, dovranno avere zero emissioni a partire dal 1° gennaio 2028 per gli edifici di proprietà pubblica e dal 1° gennaio 2030 per tutti gli altri edifici, con la possibilità di esenzioni specifiche.

Gli Stati membri dovranno inoltre garantire che i nuovi edifici siano predisposti per l’energia solare, ossia che siano in grado di ospitare impianti fotovoltaici o solari termici sul tetto. L’installazione di impianti a energia solare diventerà la norma per i nuovi edifici.

Per gli edifici pubblici e non residenziali esistenti, l’installazione dell’energia solare dovrà avvenire gradualmente, a partire dal 2027, laddove ciò sia tecnicamente, economicamente e funzionalmente fattibile.

TAG

Ascolta l'articolo

Ascolta l'articolo

Articoli più recenti

Condividi articolo