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Digital Compass 2030: cosa bisogna sapere

Quali sono le azioni e gli obiettivi della Commissione Europea per il decennio digitale europeo
Digital Compass 2030, una bussola digitale con ai 4 punti cardinali gli obiettivi per il decennio digitale europeo e al centro la data 2030
Tempo di lettura: 5 minuti

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Il Digital Compass 2030 (Bussola digitale per il 2030) è un piano di interventi per realizzare la trasformazione digitale dei Paesi UE, presentato dalla Commissione Europea il 9 marzo 2021. Il piano si sviluppa lungo quello che è stato definito “decennio digitale europeo”, dal 2021 al 2030.

Quali sono gli obiettivi del Digital Compass 2030

Il nuovo programma per lo sviluppo digitale dell’Europa nasce all’indomani della pandemia. Proprio l’emergenza Covid ha fatto capire l’importanza del digitale, per i singoli cittadini, per le imprese, per i rapporti che si hanno con la pubblica amministrazione.

La pandemia ha messo in evidenza anche i limiti che i Paesi membri hanno sul fronte tecnologico. Vulnerabilità dello spazio digitale, dipendenza da tecnologie straniere ed effetti della disinformazione sulle nostre società sono alcuni dei punti evidenziati dalla Commissione.

Da queste considerazioni nascono gli obiettivi che l’UE intende perseguire attraverso il Digital Compass 2030. In primis c’è quello di garantire all’Europa la sovranità digitale. Questo significa eliminare la dipendenza digitale dell’Europa da potenze straniere (Stati o Big Tech private) e garantire la sicurezza e la resilienza dei propri ecosistemi digitali e delle relative catene di approvvigionamento.

Ma significa anche dare a cittadini e imprese europee autonomia e responsabilità necessarie per sfruttare i benefici della trasformazione digitale. Questa deve mettere l’uomo al centro ed essere sostenibile per l’ambiente.

Quali sono i 4 punti cardinali del Digital Compass 2030

Il piano della Commissione per il decennio digitale europeo prende il nome di bussola per il digitale perché individua 4 punti cardinali, che servono per mappare e valutare il percorso svolto nel corso dei dieci anni. I quattro punti cardine sono: competenze, infrastrutture, imprese e servizi pubblici. Per ogni punto sono fissati gli obiettivi digitali da raggiungere.

Competenze

Per realizzare la sovranità digitale europea è necessario, innanzitutto, avere cittadini digitalmente autonomi, responsabili e competenti. Serve, inoltre, una forza lavoro qualificata nel settore digitale e a un numero di esperti digitali più ampio. Questo viene favorito da un sistema di istruzione digitale ad alte prestazioni e una politica capace di attrarre talenti informatici da tutto il mondo.

(In tema di competenze, ti potrebbe interessare questo nostro articolo che parla di Repubblica Digitale, il piano del Ministero per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale (MITD) per ridurre il divario digitale in Italia).

Gli obiettivi concreti in termini di competenze sono: avere 20 milioni di specialisti europei delle telecomunicazioni, riducendo le differenze di genere, e almeno l’80% della popolazione con competenze digitali di base.

Infrastrutture

Per raggiungere la leadership digitale è indispensabile avere innanzitutto un’infrastruttura digitale sostenibile. La sostenibilità, in questo caso, ha a che fare con la connettività, la microelettronica (i chip) e la capacità di elaborare grandi quantità di dati. Questi tre elementi sono le basi per ulteriori sviluppi tecnologici e possono dare all’industria europea un vantaggio competitivo rispetto al resto del mondo.

Gli obiettivi concreti in termini di infrastrutture sono: connettività in Gigabit per tutti e rete 5G ovunque; raddoppio della quota mondiale di semiconduttori all’avanguardia prodotti dall’UE, che raggiungerà il 20%; 10mila nodi periferici a impatto climatico zero e altamente sicuri, installati in tutta l’UE per garantire a tutte le imprese l’accesso a servizi di dati a bassa latenza (pochi millisecondi); riuscire a realizzare in UE, entro il 2025, il primo computer con accelerazione quantistica.

Imprese

Se durante la pandemia le tecnologie digitali sono state essenziale per molte imprese, entro il 2030 non saranno più solo dei fattori abilitanti, ma serviranno a creare nuovi prodotti, nuovi processi e nuovi modelli commerciali. Per questo le imprese devono farsi trovare pronte, in particolare per quanto riguarda 5G, Internet delle cose, edge computing, intelligenza artificiale, robotica e realtà aumentata.

Gli obiettivi concreti per la digitalizzazione delle imprese sono: avere il 75% delle imprese UE che usano il cloud, l’intelligenza artificiale e i Big Data; aumentare il numero di scale-up (società innovative con un modello di business scalabile, che le rende pronte a compiere il salto dello sviluppo internazionale) e i finanziamenti per raddoppiare gli “unicorni” europei (start-up che hanno raggiunto una valutazione di mercato di almeno 1 miliardo di dollari); avere oltre il 90% delle piccole e medie imprese con un livello di intensità digitale almeno di base.

Servizi pubblici

Per quanto riguarda i servizi pubblici, l’UE vuole garantire una vita democratica e servizi pubblici online accessibili a tutti, compresi i disabili. Si punta a migliorare la qualità dell’ambiente digitale, grazie a servizi e strumenti di facile uso, efficienti e personalizzati, con standard di sicurezza e privacy elevati. La Commissione si spinge a ipotizzare anche l’introduzione di procedure di voto online, anche se il 2030 appare una scadenza molto ravvicinata per l’adozione del voto elettronico.

Gli obiettivi concreti in tema di digitalizzazione dei servizi pubblici sono: avere il 100% dei servizi pubblici fondamentali online, il 100% dei cittadini con accesso alla propria cartella clinica e almeno l’80% dei cittadini con una propria identità digitale.

Digital Compass 2030 e Cittadinanza digitale europea

Oltre ai 4 punti cardinali della Bussola digitale, l’UE punta sulla cittadinanza digitale. Ciò significa dare a tutti gli europei gli strumenti adatti per sfruttare pienamente le opportunità e le tecnologie digitali. Cittadinanza digitale significa anche che tutti i diritti che si hanno nel mondo offline devono essere garantiti anche online.

Essere cittadini digitali significa avere una connettività a prezzi abbordabili, sicura e di alta qualità, poter acquisire competenze digitali di base, avere i mezzi per partecipare alle attività economiche e sociali. Tra i requisiti di una cittadinanza digitale europea ci sono anche il facile accesso ai servizi pubblici digitali (tra cui i servizi sanitari), sulla base di un’identità digitale universale.

Deve essere garantito l’accesso ai servizi pubblici online senza discriminazioni, gli spazi digitali devono essere sicuri e affidabili. La cittadinanza digitale si realizza, inoltre, se c’è equilibrio tra vita professionale e vita privata durante il lavoro a distanza, se c’è la tutela dei minori e se ci sono processi decisionali algoritmici etici.

Tecnologia digitale e diritti

Le tecnologie e i servizi digitali devono garantire la conformità al quadro giuridico europeo e il rispetto dei principi e valori del modello europeo.

Questo significa che anche nel mondo digitale bisogna garantire tutta una serie di diritti fondamentali, quali:

› libertà di espressione, compreso l’accesso a informazioni diversificate, affidabili e trasparenti;
› libertà di avviare e svolgere un’attività online;
› protezione dei dati personali e della vita privata e diritto all’oblio;
› protezione della creazione intellettuale delle persone fisiche nello spazio online.

La Commissione europea fissa, inoltre, dei principi digitali a vantaggio di cittadini e decisori politici. Tra questi principi vi sono: accesso universale ai servizi Internet; istruzione e competenze digitali universali, per consentire alle persone di partecipare attivamente alla società e ai processi democratici: sistemi e dispositivi digitali rispettosi dell‘ambiente; principi etici per gli algoritmi antropocentrici; maggiore autonomia e responsabilità ai minori e loro tutela nello spazio online.

Qual è la governance della Bussola digitale europea

Il programma prevede obiettivi concreti per i 4 punti cardinali, un monitoraggio dei risultati, un’analisi periodica della Commissione, con una relazione annuale sullo stato del decennio digitale europeo.

La relazione serve alla Commissione e ai singoli Stati per individuare le azioni necessarie ad aggiustare il percorso. Quindi, oltre agli obiettivi a livello UE, sono previsti obiettivi e percorsi per ogni singolo Paese membro.

Progetti multinazionali e Partenariati internazionali

Le azioni del Digital Compass 2030 sono finanziate da una serie di strumenti di bilancio dell’UE. Inoltre, almeno il 20 % del PNRR dovrebbe essere dedicato alla transizione digitale.

Ma gli obiettivi fissati nei 4 punti cardinali prevedono progetti talmente grandi, da essere realizzabili solo avendo capacità digitali elevate. Queste si acquisiscono solo se gli Stati membri e l’UE uniscono le loro risorse e competenze.

In ambito PNRR, ad esempio, si riconosce l’opportunità di unire su un unico progetto europeo parte dei fondi dei singoli piani nazionali. L’UE ha già discusso con i singoli Stati una serie di progetti digitali multinazionali. Tra questi vi sono la costruzione di un’infrastruttura di elaborazione dati europea, la progettazione e diffusione di processori e altri componenti elettronici a consumo ridotto, l’acquisizione di supercomputer e computer quantistici e lo sviluppo di un’infrastruttura di comunicazione quantistica ultrasicura.

Inoltre, siccome il livello di digitalizzazione di un’economia e di una società è un fattore di influenza globale, l’UE prevede di avvalersi di partenariati internazionali per promuovere i propri valori e il proprio modello di economia e società digitali.

Tramite i partenariati l’UE promuove tre principi generali: condizioni di parità nei mercati digitali, un ciberspazio sicuro e la tutela dei diritti fondamentali online.

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