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Autenticazione sicura con le nano strutture

L'incredibile risultato si ottiene sfruttando le microscopiche imperfezioni dei dispositivi.
Immagine molecole delle nano strutture, utilizzabili per l'autenticazione.
Tempo di lettura: 2 minuti

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di Pierluigi Paganini*

Come più volte evidenziato, i processi di autenticazione sono un fondamento sul quale poggia ogni infrastruttura informatica. La loro progettazione riveste un ruolo di prima importanza per il funzionamento di qualunque sistema.

Robustezza dei processi, affidabilità, sicurezza e usabilità sono requisiti imprescindibili per l’implementazione dei moderni sistemi di autenticazione. Un gruppo di scienziati inglesi ha messo a punto una nuova tecnologia per l’autenticazione mutua di dispositivi elettronici in totale sicurezza.

Questa volta ci muoviamo nell’ambito delle nano tecnologie. Per autenticarsi si sfrutterebbero le nano strutture metalliche delle componenti per i processi di autenticazione.

 

Schema autenticazione con nano strutture.

Come funziona l’autenticazione con le nano strutture

Il principio è che ciascun componente, sotto il profilo nano-molecolare, è unico grazie alla presenza di imperfezioni che non possono essere riprodotte artificialmente. Ciascuna struttura metallica ha una propria impronta molecolare, unica e che per questo motivo può essere usata come identificativo univoco.

“Non si può fare”, ha spiegato il dottor Roberts riferendosi alla possibilità di clonare un’infrastruttura molecolare di un componente elettronico. Ciascun oggetto è unico, per questo motivo è definito dai ricercatori UNOs (UNique Object,” ovvero oggetto unico”) o anche PUFs (“physically unclonable functions”, ovvero “fisicamente non clonabile”).

Gli esperti sottolineano che in fase di autenticazione la struttura molecolare degli oggetti potrebbe essere opportunamente stimolata in modo da fornire una risposta unica alla sollecitazione, risposta che verrebbe usata per l’autenticazione del dispositivo.

Applicazioni d’uso della nuova tecnologia

Gli scenari d’uso delle nano strutture per l’autenticazione sono illimitati. Con una simile tecnologia si potrebbe pensare di blindare il processo di autenticazione tra due microcircuiti che necessitano di interagire in ambienti a elevata sicurezza. Oppure pensare di creare dei dispositivi che consentano di autenticare il proprietario nel più classico scenario d’uso di un’autenticazione a due fattori.

Una ricerca analoga è stata condotta da un team di esperti della Corea del Sud, riusciti a sviluppare micro impronte artificiali da associare a ciascun dispositivo. Parliamo di strutture nell’ordine di frazioni di millimetro.

I ricercatori sudcoreani, tuttavia, operano in uno spazio con diversi ordini di grandezza superiore. Le micro impronte, infatti, sono progettate per essere lette dai moderni scanner di impronte digitali. Il team inglese, invece, offre uno strumento unico di autenticazione per le apparecchiature elettroniche come i microchip, basato interamente sulla relativa struttura molecolare dei componenti.

I ricercatori stanno già cercando di portare la loro tecnologia sul mercato, tramite una startup chiamata Quantum Base.


*Pierluigi Paganini

Membro Gruppo di Lavoro Cyber G7 2017 presso Ministero degli Esteri
Membro Gruppo Threat Landscape Stakeholder Group ENISA
Collaboratore SIPAF presso il Mef

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