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FantaSanremo, cos’è e come funziona

Tra Papalina, Baudi e bonus/malus, il fantasy game digitale e social in cui si gioca per la Gloria Eterna
FantaSanremo, logo del gioco.
Tempo di lettura: 3 minuti

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Il FantaSanremo sta al Festival della canzone italiana come il FantaCalcio sta alla Serie A. Basta questa proporzione per capire cos’è FantaSanremo, vero e proprio fenomeno social esploso nel 2022 e ultima evoluzione digitale avuta in ordine di tempo dalla gara canora più popolare d’Italia.

FantaSanremo, cos’è e come funziona

Il FantaSanremo è un gioco simile al classico FantaCalcio, ma invece che al campionato di Serie A, ruota attorno al festival della canzone italiana e, in particolare, ai cantanti in gara.

Partecipare al FantaSanremo non costa niente e in palio non ci sono soldi, ma la Gloria Eterna. Ovviamente si tratta di un premio simbolico, frutto dello spirito goliardico che pervade l’intera iniziativa.

Per partecipare bisogna iscriversi online sul sito del gioco (dove si trova il regolamento) e creare la propria squadra.

Nel FantaCalcio la squadra si fa con calciatori virtuali, acquistati con i fantamilioni. Nel FantaSanremo, invece, la squadra è fatta di 5 cantanti pagati in Baudi. Il Baudo è la moneta virtuale del gioco, chiamata così in onore del super Pippo nazionale.

A determinare il punteggio della squadra sono i bonus e malus stabiliti dal regolamento e rappresentati da tutta una serie di eventi, alcuni davvero originali e divertenti, che riguardano i cantanti in gara durante i giorni della manifestazione.

Oltre ai punti legati al piazzamento o ai premi ottenuti nella gara canora, i cantanti possono guadagnare o perdere punti in vari modi. Si va dal “batti il cinque” con Gianni Morandi al cosiddetto “bonus Pelù”, che consiste nel sottrarre la borsetta o un altro effetto personale a una persona del pubblico in sala, fino ad arrivare a un bonus se un cantante viene arrestato durante i giorni del festival, con punti raddoppiati in caso di estradizione.

Chi ha inventato il FantaSanremo

Il FantaSanremo è nato nel 2020 a Porto Sant’Elpidio, nelle Marche, nel Bar Corva da Papalina, dove Papalina è il soprannome del proprietario del bar.

A inventarlo è stato un gruppo di amici, tutti appartenenti al mondo dello spettacolo e appassionati di Sanremo.

Alla prima edizione partecipano appena 47 giocatori, che si ritrovano da Papalina per seguire le serate del festival. Subito, però, l’iniziativa attira l’attenzione dei media. La storica trasmissione di Radio 2, Caterpillar, infatti, intervista uno degli ideatori.

Nel 2021, la seconda edizione del FantaSanremo si svolge sul web e il gioco comincia a macinare numeri interessanti: in un anno le squadre passano da 47 a quasi 47mila!

Aumenta l’interesse dei media e il Comune di Porto Sant’Elpidio mette a disposizione il Teatro delle Alpi, ribattezzato “Alpiston”, usato dagli organizzatori per seguire le dirette del festival.

Nel 2022 il fenomeno esplode, con più di 500mila squadre. Il gioco contagia anche i cantanti in gara, che vi partecipano con impegno su e giù dal palco. In tv, alle radio, sul web e per strada, in tantissimi ne parlano. Compreso Pippo Baudo, che si dice soddisfatto per la moneta che porta il suo nome.

Per l’edizione 2023 i numeri raddoppiano: a gennaio le squadre iscritte hanno superato il milione. Per il fantafestival arriva anche una sigla, composta e cantata dagli Eugenio in Via di Gioia.

L’impatto social del FantaSanremo

Il FantaSanremo è un’iniziativa scanzonata, nata attorno a un festival di canzonette, ossia l’evento più nazional-popolare che ci sia in Italia. Questo è sicuramente uno degli elementi che ne hanno determinato in pochissimo tempo un successo travolgente.

L’altro è dato dalla sua dimensione digitale. È soprattutto sui social che il FantaSanremo diventa un fenomeno mediatico, capace di attirare l’interesse dei più giovani verso una rassegna canora che ha 73 anni. Tutto il successo che il FantaSanremo ha riscosso in appena 3 anni è stato possibile solo grazie alla tecnologia digitale.

Pensiamo a cos’era Sanremo negli Anni ’50, in un’Italia dove il televisore non era ancora un bene di massa e per vedere il festival dovevi andare a casa dei pochi fortunati che lo avevano, portandoti la sedia.

Pensiamo a oggi, con il festival che viene trasmesso in HD, non solo in Tv, ma anche sul web. Al fatto che possiamo vederlo dal Pc o dallo smartphone, ma possiamo anche rivederlo quando vogliamo su RaiPlay.

O ancora pensiamo a quando i cantanti si votavano a penna con le schedine dell’Enalotto o del Totip, e a oggi che li votiamo in tempo reale con i nostri telefoni.

Parlare di FantaSanremo, quindi, ci ricorda che la trasformazione digitale non è un concetto astratto, che riguarda solo le aziende o la pubblica amministrazione, ma è molto più concreto di quanto pensiamo. È qualcosa che riguarda da vicino tutti noi, in tutto ciò che facciamo.

E si può esprimere anche in un semplice gioco, legato a un festival nato nel 1951.

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