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Euro Digitale, guida sulla moneta digitale europea

Come sarà la nuova valuta elettronica europea, quali vantaggi e rischi comporta e quando sarà introdotta
Euro digitale, simbolo stilizzato su uno smartphone
Tempo di lettura: 5 minuti

Indice dei contenuti

In questa guida sull’euro digitale parliamo del progetto della Banca Centrale Europea per introdurre l’euro in forma elettronica accanto alla valuta fisica che tutti noi usiamo dal 2002. Per ora la BCE è ancora in una fase di studio, ma nel 2023 si deciderà se passare alla successiva fase realizzativa.

Nell’attesa, in questo articolo cerchiamo di chiarire cos’è l’euro digitale, perché la BCE vuole introdurre una sua valuta elettronica, quali caratteristiche avrà e soprattutto quando sarà introdotto.

Cos’è l’euro digitale

L’idea di introdurre un euro digitale è contenuta in un report pubblicato nell’ottobre del 2020 da Christine Lagarde (Presidente della BCE) e Fabio Panetta (membro del Comitato Esecutivo BCE e Presidente della Task Force ad Alto Livello dell’Eurosistema sulla Valuta Digitale della Banca Centrale).

Se venisse effettivamente introdotto, l’euro digitale sarebbe una valuta digitale emessa e controllata dalla BCE, che lo definisce “l’equivalente elettronico del contante”. L’euro digitale non sostituirebbe l’euro fisico, ma si aggiungerebbe a esso, diventando un nuovo mezzo di pagamento elettronico da utilizzare per le transazioni digitali.

Euro digitale su uno schermo, con grafici luminosi

L’euro digitale e le altre criptovalute

Quindi l’euro digitale sarà l’ennesima criptovaluta, come bitcoin ed ethereum? Decisamente no, anche perché – come sottolinea la BCE – le criptovalute non assolvono le tre funzioni di una moneta: mezzo di scambio affidabile, riserva di valore e unità di conto.

Per capire la differenza tra l’euro digitale e le criptovalute bisogna parlare anche della differenza tra moneta pubblica e moneta privata.

La moneta pubblica è emessa da una Banca Centrale per fornire denaro contante (banconote e monete) ai cittadini e conti di riserva alle banche.

La moneta privata è emessa dalle banche commerciali, quando concedono un prestito accreditato su un conto. Anche quando eseguiamo un pagamento elettronico, quella che viene trasferita è moneta privata creata dalla banca.

Nella partnership pubblico/privato la moneta pubblica svolge il ruolo di àncora per il sistema monetario. Questo si regge sul fatto che possiamo fidarci a usare la moneta privata delle banche perché in ogni momento possiamo convertire la moneta privata nella moneta pubblica della banca centrale. Questo meccanismo consente di ritenere equivalenti un pagamento in contanti e un pagamento digitale e rende il sistema stabile.

In questo sistema non figurano le criptovalute, create da soggetti privati, che non possono garantire la stessa stabilità e sicurezza di una banca centrale. Quindi l’euro digitale non sarà come le altre criptovalute, perché a differenza di queste ultime sarà una moneta digitale creata e garantita da una banca centrale, dotata di autorità e poteri che un privato non ha.

Perché serve un euro digitale

L’introduzione dell’euro digitale è diventata una priorità della BCE per rispondere a tre fenomeni degli ultimi anni, che rischiano di mettere in crisi l’euro fisico e l’intero sistema monetario.

1. La crescita dei pagamenti digitali, alla lunga potrebbe far perdere alla moneta pubblica il suo ruolo chiave e portare a una sorta di privatizzazione del sistema monetario.

2. Il proliferare di criptovalute private, potrebbe generare instabilità (parliamo di mezzi di pagamento estremamente volatili e soggetti a speculazione) e confusione tra i cittadini su cosa sia denaro e cosa non lo sia.

3. L’ingresso delle Big Tech nei pagamenti pone il rischio di dipendenza del sistema monetario da potenze e tecnologie straniere.

L’euro digitale, quindi, salvaguarderebbe il ruolo centrale della moneta pubblica nel sistema e la sua stabilità, attraverso un’infrastruttura tecnologica in grado di garantire la sovranità monetaria europea.

Vantaggi e rischi dell’euro digitale

Nel suo rapporto sull’euro digitale, la BCE espone vantaggi e rischi connessi all’introduzione della nuova moneta digitale europea.

I vantaggi sono questi:

› aumento dell’offerta di contante e depositi all’ingrosso di banca centrale

› sostegno agli obiettivi dell’Eurosistema, dando ai cittadini una forma sicura di moneta digitale

› aiuto alla digitalizzazione dell’economia e all’indipendenza strategica dell’UE

› risposta al declino dell’uso del contante

› contrasto alla diffusione nell’area euro di monete digitali estere o sistemi di pagamento digitale privati

minori costi e migliore impronta ecologica dei sistemi monetario e dei pagamenti

I rischi che l’euro digitale comporta sono:

› potenziali conseguenze indesiderate su politica monetaria e stabilità finanziaria

uso eccessivo dell’euro digitale per investimento, con improvvisi e ampi trasferimenti di fondi dai depositi bancari e ripercussioni sull’offerta di servizi delle banche

ritardi e costi inattesi del progetto informatico legato all’introduzione dell’euro digitale

› rischi di cyberattacchi, che richiedono un’infrastruttura informatica resiliente

Quali caratteristiche avrà l’euro digitale

Lo studio condotto finora dalla BCE è servito a mettere alcuni punti fermi sulle caratteristiche che dovrà avere l’euro digitale. I requisiti previsti si dividono in principi fondamentali, requisiti legati a uno specifico scenario e requisiti generali.

I principi fondamentali dell’euro digitale sono cinque. Il primo riguarda la convertibilità alla pari con l’euro fisico. Questo significa che 1 euro digitale varrà quanto 1 euro fisico. Questo per evitare di rendere una delle due monete più conveniente dell’altra.

Il secondo principio è che l’euro digitale sarà, come l’euro fisico, emesso e controllato dalla BCE. Ciò rappresenta, come visto, la principale differenza rispetto alle criptovalute private.

Inoltre, l’euro digitale dovrà essere una soluzione europea, cioè ampiamente accessibile a parità di condizioni in tutti i Paesi dell’area euro, anche attraverso prestatori di servizi vigilati.

Un altro principio è la neutralità del mercato: ciò significa che l’introduzione dell’euro digitale non dovrà provocare l’eliminazione dal mercato delle criptovalute private.

Infine, la nuova moneta digitale dovrà avere la fiducia degli utenti finali, risultando affidabile dal momento in cui sarà introdotta e nel corso del tempo.

Come circolerà l’euro digitale

Non è ancora stato stabilito come circolerà l’euro digitale sul mercato. Per l’emissione, un’ipotesi è che venga trasferito direttamente agli utenti, senza passare per le banche. Alcune attività pratiche riguardanti la distribuzione e la fornitura di servizi accessori potrebbero essere affidate a soggetti privati vigilati.

Anche per il trasferimento dell’euro digitale da un soggetto all’altro, non è escluso che possa avvenire direttamente da un dispositivo all’altro, senza l’intermediazione delle banche.

Un aspetto importante è quello legato alla privacy e ai tracciamenti delle transazioni. La BCE precisa che non c’è alcun interesse a raccogliere i dati dei pagamenti, se non per prevenire illeciti. Un’ipotesi è quella di non tracciare transazioni fino a 50 euro, per un massimo di 1.000 euro mensili.

È allo studio la possibilità che vengano introdotti due tipi di euro digitale: uno utilizzabile online e l’altro utilizzabile offline, grazie a dei dispositivi specifici e sicuri che verrebbero distribuiti alla popolazione. La possibilità di essere trasferito anche offline renderebbe l’euro digitale del tutto simile all’attuale contante.

Invece, per evitare squilibri nel sistema monetario (ad esempio, con un trasferimento massiccio dei depositi bancari verso la nuova moneta digitale) è stato ipotizzato un tetto massimo ai depositi digitali, di 3mila euro.

Quando sarà introdotto l’euro digitale

Il processo per l’introduzione dell’euro digitale si divide nelle seguenti tappe.

› Ottobre 2020 – La BCE pubblica il Rapporto su un euro digitale.

› Luglio 2021 – Avvio fase istruttoria, con esame caratteristiche, distribuzione e impatto sul mercato.

› Autunno 2023 – Termine fase istruttoria e decisione su avvio fase realizzativa.

› Fine 2026 – Termine entro cui potrebbe esserci l’introduzione dell’euro digitale.

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